MODELLO ORGANIZZATIVO E DI CONTROLLO DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA
E CODICE DI CONDOTTA
Premessa
La Società tutela il diritto di praticare uno sport sicuro, definito come un ambiente sportivo rispettoso, equo e
inclusivo, libero da ogni forma di violenza fisica e psicologica nei confronti degli atleti soprattutto se minori e
particolarmente vulnerabili.
La Società condanna fermamente discriminazioni dipendenti dal genere, dall’origine etnica, dalla fede religiosa, dall’orientamento sessuale e dalla disabilità, violenze, molestie e abusi in qualsiasi forma e si impegna a prevenire tali comportamenti.
Le tutele e le disposizioni del presente modello si applicano altresì alle attività svolte o promosse dalla Società per le quali non è previsto il tesseramento presso la FIDAL o altro Ente di promozione sportiva.
La Safatletica Torino opera da più di 30 anni rivolgendosi direttamente ai propri tesserati così come alla cittadinanza, ai numerosi istituti scolastici che vanno dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, attraverso una pluralità d’interventi educativi.
L’obiettivo finale è quello di soddisfare al meglio le aspettative degli utenti, siano questi minori o le relative famiglie di appartenenza.
Il denominatore comune che accomuna le varie progettualità, è quello di valersi sempre di figure professionali, in possesso di competenze specifiche e comprovata esperienza, a prescindere dal settore in cui sono chiamate ad operare.
Gli ambiti operativi della società, sono i seguenti:
Attività sportive: i progetti sportivi si basano su una capillare promozione attraverso una serie di attività strutturate in base alle specifiche esigenze (territorialità, disponibilità di spazi idonei, alunni disabili, alunni stranieri di prima e seconda generazione, ecc)
Centri Estivi: un ulteriore ambito d’intervento è rappresentato dall’organizzazione dei centri estivi. Tali attività, sono state realizzate sia in collaborazione con le Istituzioni Pubbliche sia in forma privata.
Collaborazioni con Enti e Istituzioni Pubbliche: sono state altresì sviluppate collaborazioni, sempre finalizzate alla formazione globale della persona e di promozione sportiva con moltissime Istituzioni Pubbliche
Quadro normativo
Il D.Lgs. n. 39/2021 ha previsto l’obbligo per le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate, gli Enti di Promozione Sportiva e le Associazioni Benemerite di redigere, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, le linee guida per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n.198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
L’art. 33, D.Lgs. n. 36/2021 prevede che ai minori che praticano attività sportiva si applica quanto previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n.39, recante attuazione della direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
Il presente modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva è redatto dalla Società Sportiva Dilettantistica Safatletica Torino (di seguito la Società), come previsto dal comma 2 dell’articolo 16 del d. lgs. N.39 del 28 febbraio 2021, utilizzando le linee guida pubblicate dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera. Si applica a chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività di SSD Safatletica Torino.
Modello organizzativo
Art. 1 – Finalità
1. Il presente documento disciplina gli strumenti per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale ovvero per le ragioni di cui al D.lgs. n. 198/2006 sui Tesserati, specie se minori d’età nell’ambito della Società.
2. Diritto fondamentale dei Tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, prevista dal D.lgs. n. 198/2006, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei Tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
3. Il presente documento costituisce l’insieme di Linee Guida e di Principi a cui la Società e tutti i Tesserati FIDAL presso la stessa Società sono tenuti ad uniformarsi al fine di perseguire:
a. la promozione dei diritti di cui al precedente comma;
b. la promozione di una cultura e di un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di tutti i Tesserati, specie se minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le diversità;
c. la consapevolezza dei Tesserati in ordine ai propri diritti doveri, obblighi, responsabilità e tutele;
d. l’individuazione e l’attuazione da parte della Società di adeguate misure, procedure e politiche di safeguarding, anche in conformità con le raccomandazioni del Safeguarding Officer della FIDAL, che riducano i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di Tesserati minori;
e. la gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e tutela dei segnalanti;
f. l’informazione dei Tesserati, anche minori, sulle misure e procedure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle procedure per la segnalazione degli stessi;
g. la partecipazione della Società e dei Tesserati alle iniziative organizzate dalla FIDAL nell’ambito delle politiche di safeguarding adottate;
h. il coinvolgimento proattivo di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di safeguarding della Società.
4. Il presente documento recepisce le disposizioni di cui al D.lgs. n. 36 del 28 febbraio 2021 e al D.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021, le disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, i Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguarding nonché il “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” della FIDAL e le sue Linee Guida.
Art. 2 – Campo di applicazione
I soggetti tenuti al rispetto del presente documento sono:
a) i tesserati e licenziati FIDAL, ai sensi di quanto disciplinato dallo Statuto Federale e dal Regolamento Organico Federale, presso la Società;
b) tutti coloro che trattengono rapporti di lavoro o volontariato con la Società;
c) tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con la Società.
Art. 3 – Condotte rilevanti
3.1 Costituiscono comportamenti rilevanti ai fini del presente documento:
a. l’abuso psicologico, qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere sul senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
b. l’abuso fisico, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o potenziale di procurare direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che danneggi l’integrità psicofisica del Tesserato. Tali atti possono ance consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al fine di una migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti ammalati, infortunati o comunque doloranti. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscono il consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da norme vigenti o le pratiche di doping;
c. molestie sessuali, qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante;
a. abuso sessuale, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un Tesserato a porre in essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in condizioni e contesti non appropriati;
b. negligenza (c.d. “negligence”), il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale, presa conoscenza di uno degli eventi, o comportamento, o condotta, o atto di cui al presente documento, omette di intervenire causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno. Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici del tesserato;
c. incuria (c.d. “neglect”), la mancata soddisfazione delle necessità fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo;
d. il bullismo (o il cyberbullismo, se condotto online), qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un singolo individuo o più soggetti possono mettere in atto, sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di uno o più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un Tesserato che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima).
e. abuso di matrice religiosa, L’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto purché non si tratti di riti contrari al buon costume;
f. comportamenti discriminatori, qualsiasi altro comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale
3.2 Costituiscono altresì condotte rilevanti tutti quei comportamenti ulteriori che siano ostativi a raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1.
Art. 4 – Principi
I soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti ad uniformare i propri comportamenti ai seguenti principi:
a) assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona;
b) riservare ad ogni Tesserato attenzione, impegno, rispetto e dignità, garantendo uguali condizioni senza distinzioni di età, etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro;
c) prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche indirettamente, con particolare attenzione a circostanze che riguardino minorenni;
d) segnalare senza indugio ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
e) confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Società ove abbia il sospetto che siano poste in essere condotte rilevanti ai sensi del presente documento;
f) far svolgere l’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo del tesserato, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso;
g) programmare e gestire l’attività, anche in occasione delle trasferte, individuando soluzioni organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati;
h) ottenere, in caso di atleti minorenni, e conservare l’autorizzazione scritta dagli esercenti la responsabilità genitoriale qualora siano programmate sedute di allenamento singole e/o in orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata;
i) prevenire, durante gli allenamenti e in gara, tutti i comportamenti e le condotte sopra descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo;
j) spiegare in modo chiaro ai fruitori dello spazio in cui si sta svolgendo l’attività sportiva, che gli apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano strettamente inerenti alla prestazione sportiva e compresi tra quelli indicati dal presente documento possono essere lesivi della dignità, del decoro e della sensibilità della persona;
Art. 5 – Misure di prevenzione, gestione del rischio e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione
5.1 Selezione del Personale e Affidamento di Incarichi
In ottemperanza al D.Lgs. 39/2014, la Società richiede obbligatoriamente il certificato del casellario giudiziale per tutto il personale che avrà contatti diretti e regolari con i minori. Questa procedura si applica a dipendenti, collaboratori, stagisti e tirocinanti, garantendo una valutazione approfondita delle referenze professionali prima dell’assunzione.
Tutto il personale si impegna al rispetto del Modello e del Codice di condotta allegato mediante presa visione e sottoscrizione in sede di assunzione o di acquisizione dell’incarico.
5.2 Formazione e Sensibilizzazione
La Società si impegna a garantire una formazione continua e obbligatoria rivolta a allenatori, dirigenti, personale di supporto, genitori e atleti. I programmi formativi prevedono il coinvolgimento di professionisti qualificati come pedagogisti, psicologi infantili e nutrizionisti, assicurando una informazione e preparazione completa e multidisciplinare.
Inoltre, il Codice di Condotta adottato rappresenta lo strumento fondamentale per definire i comportamenti attesi e vietati, stabilendo chiare conseguenze disciplinari per eventuali violazioni. La società provvede alla diffusione di documenti informativi e materiale educativo specifico per sensibilizzare tutti gli stakeholder.
5.3 Procedure di tutela per i tesserati nei diversi contesti
La società ha predisposto procedure operative e protocolli specifici per garantire la tutela dei tesserati in ogni aspetto delle attività sportive. La società promuove attivamente la parità di genere attraverso politiche inclusive e non discriminatorie, garantendo pari opportunità di accesso alle competizioni e agli allenamenti.
La gestione delle visite mediche, degli allenamenti, delle trasferte segue protocolli specifici che garantiscono la privacy e la sicurezza dei tesserati. L’utilizzo dei social media e delle applicazioni di messaggistica è regolamentato da precise linee guida. L’accesso agli impianti è controllato attraverso un sistema di verifica, che garantisce la sicurezza dei tesserati durante gli allenamenti anche rispetto a terzi non autorizzati.
5.4 Sistema di Controllo e Monitoraggio
Vengono condotti audit annuali per verificare l’efficacia delle misure implementate. Questi controlli periodici permettono di individuare eventuali criticità e di aggiornare ciclicamente le procedure e le norme di condotta, garantendo un ambiente sicuro per tutti i tesserati.
Art. 6 – Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
6.1 Allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui Tesserati nonché per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art. 33, comma 6, del D.lgs. n. 36/2021, la Società ha nominato un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni con apposito atto deliberativo dell’organo direttivo.
6.2 Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni viene comunicato alla FIDAL all’atto di affiliazione e riaffiliazione/aggregazione e riaggregazione.
6.3 Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è in possesso dei seguenti requisiti:
a. essere in possesso della cittadinanza italiana;
b. non aver riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori ad un anno ovvero a pene che comportino l’interdizione dai pubblici uffici superiori ad un anno;
c. non aver riportato nell’ultimo decennio, salva riabilitazione, squalifiche o inibizioni sportive definitive complessivamente superiori ad un anno, da parte delle FSN, delle DSA, degli EPS e del CONI o di organismi sportivi internazionali riconosciuti.
6.4 Il Responsabile dura in carica 1 anno e può essere riconfermato.
6.5 In caso di cessazione del ruolo di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, per dimissioni o per altro motivo, la Società provvede entro 30 giorni alla nomina di un nuovo Responsabile comunicando la variazione nel sistema gestionale federale, secondo le procedure previste dalla regolamentazione federale.
6.6 La nomina di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere revocata ancora prima della scadenza del termine per gravi irregolarità di gestione o di funzionamento, con provvedimento motivato dell’organo preposto della Società. Della revoca e delle motivazioni è data tempestiva notizia al Safeguarding Officer della FIDAL. La società provvede alla sostituzione con le modalità di cui al precedente comma.
6.7 Il Responsabile è tenuto a:
• vigilare sulla corretta applicazione del Modello per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” della FIDAL nell’ambito della rispettiva Società nonché sulla corretta applicazione e aggiornamento del Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta adottati dalla stessa;
• adottare le opportune iniziative, anche con carattere d’urgenza (c.d. “quick-response”), per prevenire e contrastare nell’ambito della propria Società ogni forma di abuso, violenza e discriminazione nonché ogni iniziativa di sensibilizzazione che ritiene utile e opportuna;
• segnalare al Safeguarding Office o all’organo direttivo eventuali condotte rilevanti e fornire allo stesso ogni informazione o documentazione richiesta;
• rispettare gli obblighi di riservatezza di cui all’art. 17 del Regolamento della FIDAL per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati”;
• formulare all’organo preposto le proposte di aggiornamento del Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva e del Codice di condotta adottato, tenendo conto delle caratteristiche della Società;
• valutare annualmente le misure del modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva e del codice di condotta nell’ambito della propria Società, eventualmente sviluppando e attuando sulla base di tale valutazione un piano d’azione al fine risolvere le criticità riscontrate;
• partecipare all’attività obbligatoria formativa organizzata da FIDAL.
6.8 La nomina del Responsabile è adeguatamente resa pubblica dalla Società ai propri soci/tesserati, alle famiglie e al personale interno mediante affissione presso la sede e pubblicazione sulla homepage del sito e sui canali social della Società.
Art. 7 – Procedura di gestione delle segnalazioni
Il Safeguarding office è l’ufficio responsabile di:
a. accogliere ogni segnalazione ricevuta;
b. attuare l’attività di istruttoria sulle segnalazioni ricevute e informare l’organo di direttivo controllo sull’esito della stessa;
c. archiviare le segnalazioni ricevute e tutta la documentazione collegata alla gestione delle stesse.
Ambito e modalità di segnalazione
Chi può segnalare:
Possono inoltrare segnalazioni, tutti coloro che intrattengono rapporti di lavoro o volontariato con la Società, i tesserati stessi, nonché i familiari dei tesserati oggetto di possibili abusi o i loro tutori.
Cosa si può segnalare:
Comportamenti sospetti aventi ad oggetto situazioni di abuso o pregiudizio ai sensi del precedente art. 3 che coinvolgano i tesserati e, più in generale, le violazioni dei principi e delle regole di condotta prescritte dal presente modello.
Come e a chi segnalare:
1. Le segnalazioni possono essere effettuate tramite il canale di segnalazione interno istituito dalla Società e reso accessibile mediante sito web. La Società ha istituito un sistema riservato e sicuro per la segnalazione di comportamenti sospetti o situazioni di rischio gestito da alcuni membri del safeguarding office, debitamente incaricati.
2. Chiunque sospetta o venga a conoscenza di comportamenti rilevanti ai sensi del presente modello può confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Società o direttamente con il Safeguarding Officer della FIDAL.
Valutazione della segnalazione
Una volta ricevuta una segnalazione, il Safeguarding office avvia l’attività di istruttoria della segnalazione ricevuta, coinvolgendo – ove possibile – la persona che ha effettuato la segnalazione, coinvolgendo, se del caso, altri soggetti operanti nell’ambito della quale si è verificata la presunta violazione, al fine di approfondire il contenuto della segnalazione stessa.
Al termine di questa verifica, il Safeguarding office informa l’organo direttivo delle valutazioni effettuate onde definire le azioni successive.
Esito della segnalazione e azioni successive
Sulla base delle informazioni raccolte, l’organo direttivo può:
– ritenere, in assenza di riscontri sostanziali sui comportamenti segnalati, la segnalazione infondata e quindi non attuare ulteriori azioni;
– attuare ulteriori verifiche, anche con il supporto di competenze esterne, ove non sia stato possibile rilevare elementi sufficienti a fornire un quadro chiaro della situazione;
– ritenere la segnalazione fondata e quindi definire tutte le azioni conseguenti.
Protocolli di intervento
Nel caso in cui dalle indagini effettuate, venga accertata la condotta illecita, l’organo direttivo, tenuto conto della gravità della violazione, individua e cura con il supporto del Safeguarding office, nonché con l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti esterni alla Società, l’attuazione delle misure ritenute necessarie, tra le quali ad esempio:
– attivare delle misure di mitigazione del rischio di reiterazione della malpratica, tramite sostegno allo staff o revisione delle condizioni di lavoro;
– organizzare colloqui one to one e fornire alla vittima il necessario supporto, medico, psicologico o sociale, anche con il supporto di altri professionisti, affinchè la persona riceva l’assistenza del caso.
– decidere per l’avvio di una misura disciplinare a carico della persona oggetto della segnalazione;
– qualora sia configurabile un reato, effettuare una denuncia alle Autorità Federali e alle altre Autorità competenti
Tutta la documentazione inerente alle segnalazioni è archiviata a cura del Safeguarding Office con misure che garantiscono la riservatezza e la protezione dei dati. nel rispetto, della normativa in materia di privacy.
Tutela della riservatezza
L’identità del segnalante, e ogni altra informazione oggetto della segnalazione ivi inclusa l’identità delle persone coinvolte, menzionate a vario titolo nella segnalazione o coinvolte nel processo di segnalazione, vengono trattate nella massima confidenzialità e riservatezza durante tutto il processo di gestione del caso;
I soggetti incaricati di gestire le segnalazioni o coinvolti nel processo di verifica dei fatti segnalati, sono impegnati ad obblighi di riservatezza e autorizzati mediante istruzioni, ai sensi dell’art. 29 GDPR 2016/679.
Sanzioni in caso di segnalazioni infondate o effettuate in mala fede
La società prevede sanzioni coloro che effettuano segnalazioni manifestamente infondate o effettuate in mala fede, nelle forme previste dall’art. 10 del presente Modello.
Art. 8 – Safeguarding office
8.1 Il Safeguarding Office è l’ufficio responsabile del coordinamento e dell’aggiornamento delle politiche di safeguarding.
8.2 Il Safeguarding Office è composto dal Safeguarding Officer, figura principale che coordina tutte le attività dell’ufficio e rappresenta il punto di contatto nei rapporti con i tesserati, col personale della Società, con la Federazione di riferimento e con gli stakeholder esterni. La composizione dell’ufficio si completa con la presenza dell’amministratore unico, che garantisce il collegamento diretto con gli organi di governo della società, un rappresentante degli istruttori con competenze tecnico – sportive, un rappresentante dei genitori, tre membri della Società.
8.3 Il Safeguarding Office è stato formalmente istituito con delibera dell’amministratore unico, che ne ha definito la struttura organizzativa e nominato i membri, garantendo così la piena legittimità e l’autorevolezza necessaria per svolgere le sue funzioni di tutela.
Art. 9 – Ruoli e Responsabilità
Il modello organizzativo di Safeguarding prevede un modello di governance articolato su più livelli di responsabilità.
Il Safeguarding Officer vigila sulla corretta applicazione del modello, ne presidia la revisione periodica, e formula all’organo preposto le proposte di aggiornamento.
Il Safeguarding office redige e aggiorna periodicamente il contenuto del modello, e ne monitora altresì l’attuazione
All’organo direttivo compete la responsabilità di governo complessivo. Mediante un processo di analisi delle proposte elaborate dal Safeguarding Officer, l’organo procede alla validazione formale del documento, garantendo la rispondenza ai requisiti normativi e regolamentari.
Tutti i soggetti coinvolti – dipendenti, collaboratori, dirigenti- sono chiamati a un ruolo attivo. La loro responsabilità si declina nella conoscenza del contenuto del modello, nella partecipazione ai percorsi formativi, nella segnalazione di potenziali difformità e nella collaborazione ai processi di verifica e controllo.
Tale assetto organizzativo si caratterizza per un approccio circolare e partecipativo, ove ciascun soggetto è chiamato a contribuire secondo un principio di responsabilità condivisa, nella prospettiva di un miglioramento continuo dei presidi di safeguarding.
Art. 10 – Sanzioni
In caso di accertate violazioni dei principi e delle regole di condotta contenuti nel presente Modello organizzativo, la Società prevede un regime sanzionatorio articolato e differenziato in ragione della natura del rapporto giuridico intercorrente tra l’autore della violazione e la Società medesima.
Rapporto di Lavoro Dipendente
Per i dipendenti, le sanzioni saranno graduate secondo quanto stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, nel rispetto dell’art. 7 della Legge 300/1970, e potranno configurarsi come richiamo verbale, ammonizione scritta, multa, sospensione dal servizio e dalla retribuzione, fino alla risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa.
Rapporti di Collaborazione
Per i collaboratori, i professionisti esterni e i soggetti con contratti di collaborazione, le violazioni comporteranno l’attivazione di clausole risolutive espresse nei rispettivi contratti, con possibile risarcimento dei danni e immediata interruzione del rapporto contrattuale.
Nella commisurazione delle sanzioni si terrà conto:
• della gravità oggettiva della violazione
• del ruolo e delle responsabilità dell’autore
• dell’eventuale reiterazione dei comportamenti
• dell’intenzionalità dell’azione
Restano impregiudicati i procedimenti davanti agli Organi di Giustizia Federali per le specifiche competenze in ambito sportivo, ivi inclusa l’eventuale sospensione cautelare dalle attività.
Art. 11 – Diffusione ed attuazione
11.1 La Società, si impegna alla pubblicazione e alla capillare diffusione del presente documento e del Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione (all. A) tra i propri soci/tesserati FIDAL e il proprio personale (dipendenti, collaboratori, volontari) che, a qualsiasi titolo e ruolo, sono coinvolti nell’attività sportiva, alla messa a disposizione di ogni possibile strumento che ne favorisca la piena applicazione, allo svolgimento di verifiche in ordine ad ogni notizia di violazione delle norme nonché alla condivisione di materiale informativo finalizzato alla sensibilizzazione su e alla prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi.Il presente documento è pubblicato sul sito internet della Società, affisso presso la sede dello stesso ed è portato a conoscenza di tutto il personale , al momento in cui si instaura il rapporto con la Società o che ne richiederà il rispetto prevedendo, in caso di inosservanza, adeguate sanzioni disciplinari o contrattuali.
Art. 12 – Norme finali
12.1 Il presente documento è aggiornato dal Safeguarding Officer della Società con cadenza almeno quadriennale e ogni qual volta necessario al fine di recepire rilevanti modifiche organizzative e le eventuali ulteriori disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, eventuali modifiche e integrazioni dei Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio Permanente del CONI per le politiche di safeguarding ovvero le sue raccomandazioni nonché eventuali modifiche e integrazioni delle disposizioni della FIDAL.
12.2 Eventuali proposte di modifiche al presente documento dovranno essere sottoposte ed approvate dall’organo preposto della Società.
12.3 Per quanto non esplicitamente previsto si rimanda a quanto prescritto dallo Statuto della FIDAL, da tutta la normativa endo-federale approvata dal Consiglio Federale della Federazione, inclusi il Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati e il Codice Etico, dal Codice di Comportamento sportivo approvato dal CONI, nonché, per quanto eventualmente di competenza, dal Code of Ethics, approvato dalla World Rafting Federation.
12.4 Il presente documento approvato dall’organo direttivo, entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.
ALLEGATO A Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione
Ogni Tesserato è tenuto a mantenere un ambiente sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione.
Diritto fondamentale di ogni Tesserato è quello di essere trattato con rispetto e dignità, nonché di essere tutelato da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, prevista dal D.lgs. n. 198/2006, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico di ciascun Tesserato costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
Non sono consentite discriminazioni di alcun genere, che siano essere basate su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura.
In caso di violazione delle norme previste per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione, il regime sanzionatorio applicabile si differenzierà a seconda del ruolo che il soggetto riveste all’interno della Società secondo quanto stabilito dall’art. 5 del c.d. “Regolamento Safeguarding” della FIDAL.
SAFEGUARDING OFFICER

La Safeguarding Officer individuata dalla Società è la dott.ssa Eliana LIBERTINO.
Laureata in Scienze Amministrative e Giuridiche presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino, vanta un’esperienza consolidata come consulente e Data Protection Officer per enti pubblici e privati. Professionista specializzata nella protezione dei dati personali, ha conseguito Master universitari presso gli Atenei di Torino e Milano. Supporta le organizzazioni nell’adeguamento al Regolamento Europeo 2016/679, mediante attività di consulenza e formazione. Esperta nella redazione di documenti tecnico-giuridici, valutazioni di rischio e definizione di policy aziendali. Il suo approccio professionale coniuga competenze legali, tecniche e organizzative.